Quando si può licenziare un dipendente a tempo indeterminato? – Agenzia investigativa

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Quando si può licenziare un dipendente a tempo indeterminato? Cerchiamo di rispondere a tante domande riguardante questo argomento.

Un posto fisso è un lavoro che rappresenta una sicurezza, un punto di arrivo perché un lavoro rappresenta una certa stabilità, sia economica che emotiva. Si sa infatti che un impiego fisso garantisce una durata mensile e quindi la possibilità di far fronte alle proprie spese. Inoltre, un lavoro fisso permette di avere un orario di lavoro stabile e quindi meno preoccupazioni.

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Definizione.

Si dice licenziamento per giustificati motivi soggettivi quello intimato dal datore di lavoro a causa della riduzione o della soppressione dell’unità produttiva nella quale lavoratore presta la propria attività, oppure a causa della trasformazione, fusione o cessione di una parte o di tutta l’ azienda in cui il lavoratore presta il proprio servizio.

Il licenziamento può essere anche intimato in conseguenza del trasferimento del lavoratore ad altra sede geografica non rientrante nello stesso ambito comunale, purché quest’ultima sia distante almeno 20 km precedente.

Il licenziamento per giustificati motivi soggettivi è una tipologia di licenziamento che può essere intimata dal datore di lavoro a causa della riduzione o della soppressione dell’unità produttiva nella quale il lavoratore presta la propria attività.

 

Forma

Il contratto a tempo indeterminato deve essere redatto in forma scritta e contenere tutte le principali informazioni sul rapporto di lavoro:

  • la mansione, ossia l’insieme delle attività lavorative richieste al lavoratore;
  • l’inquadramento, ossia il livello e la qualifica attribuita al lavoratore;
  • la data di inizio del rapporto di lavoro;
  • l’eventuale durata del periodo di prova;
  • l’importo iniziale della retribuzione e i relativi elementi costitutivi, con l’indicazione del periodo di pagamento;
  • il luogo e l’orario di lavoro;
  • i giorni di ferie e le ore di permesso;
  • i termini del preavviso in caso di recesso.

 

Il contratto individuale di lavoro può fare riferimento al contratto collettivo nazionale di lavoro per alcune informazioni. Il periodo di prova, che serve a entrambe le parti per valutare la convenienza del rapporto di lavoro, e la relativa durata sono normalmente stabiliti dai diversi contratti collettivi, entro la durata massima fissata dalla legge di sei mesi. Il lavoratore ha diritto anche nel periodo di prova di percepire una retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di categoria.

 

Il lavoratore ha diritto di recedere immediatamente dal rapporto, senza obbligo di dare il preavviso, in presenza di un grave inadempimento del datore di lavoro tale da non permettere la prosecuzione, neppure provvisoria, del rapporto (ad esempio nel caso di mancato pagamento della retribuzione).

 

Normativa di riferimento

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Causa.

Il licenziamento per giusta causa non richiede il preavviso. Questo avviene quando il datore di lavoro ha un valido motivo, soggettivo ed oggettivo, per privare il dipendente del posto di lavoro. I motivi soggettivi possono essere: assenza ingiustificata, insubordinazione, scarso rendimento, condotta gravemente scorretta.

I motivi oggettivi possono essere: cessazione dell’attività aziendale che determina la soppressione del posto di lavoro, trasformazione, modifica o riduzione dell’organico che comportano la riduzione di personale eccetto il licenziamento per giustificati motivi economici.

 

Motivi soggettivi e oggettivi.

Il licenziamento per motivi oggettivi è quello che ha a che fare con ragioni estranee alla volontà del dipendente: ad esempio, riorganizzazione aziendale, riduzione di personale, trasferimento di attività, cambiamenti nell’organizzazione del lavoro. Il licenziamento per motivi soggettivi invece riguarda la volontà dell’azienda di liberarsi di un dipendente che non ritiene più idoneo al posto.

 

I licenziamenti per motivi oggettivi e soggettivi sono regolati dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

 

L’intervento dell’investigatore

L’intervento di un investigatore privato può dimostrarsi di vitale importanza per tutte le aziende che cercano di tutelarsi prima di intentare un’azione di questo tipo.

Grazie alle indagini compiute con discrezione e professionalità, l’investigatore potrà fornire prove documentali (foto e una relazione investigativa) riguardo i principali motivi che possono portano il datore di lavoro a procedere con il licenziamento per giusta causa, tra cui:

  • abbandono del posto di lavoro per mansioni di custodia o sorveglianza
  • assenze ingiustificate per diversi giorni;
  • falso certificato medico;
  • rifiuto di riprendere il lavoro dopo la malattia;
  • attività in concorrenza con l’azienda;
  • insubordinazione con reazione fisica e verbale;
  • dipendente che si reca sul lavoro nonostante la sanzione nei suoi confronti
  • diffamazione dell’azienda e dei suoi prodotti;
  • reato commesso nella vita privata che può pregiudicare l’immagine dell’azienda
  • furto di beni aziendali di rilevante valore;
  • falsificazione del badge o del cartellino presenze e orari;
  • rifiuto ingiustificato a prendere servizio in caso di trasferimento presso altro reparto o sede se detto trasferimento è legittimo.

 

Contratto a termine.

Al contrario, licenziare un lavoratore con contratto a tempo determinato è più semplice e il preavviso non è necessario. Questa tipologia di contratto viene infatti utilizzata per progetti specifici e temporanei.

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In alcuni casi, come nel settore del turismo o della ristorazione, i contratti a tempo determinato vengono stipulati anche per periodi di alta stagionalità. Questo significa che i lavoratori vengono assunti solo per la durata di un evento o di un periodo di maggiore lavoro e vengono licenziati quando non è più necessario il loro impiego.

 

Cessazione del rapporto di lavoro.

 Il licenziamento per giusta causa è il più grave tra quelli che possono essere inflitti ad un lavoratore. Esso consiste nell’esercizio da parte del datore di lavoro di un potere disciplinare, in forza del quale il lavoratore viene privato della propria occupazione senza preavviso e indipendentemente dalla prestazione che svolge.

 

Sanzioni.

Il licenziamento senza preavviso è una sanzione disciplinare che il datore di lavoro può comminare al dipendente. Essa consiste nella riduzione della retribuzione spettante per il periodo di preavviso mancato.

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