L’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro

L’arresto del superlatitante Matteo Messina Denaro

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Dopo  30 anni di latitanza, Matteo Messina Denaro è stato arrestato ed è considerato l’ultimo stragista italiano. E’ ritenuto tra i mandanti dei principali attentati mafiosi avvenuti in Italia tra il 1992 e il 1993, con almeno venti omicidi all’attivo – tra cui quello del bambino di dodici anni Giuseppe Di Matteo, rapito e poi sciolto nell’acido per punire il padre, il pentito Santino, nel 1996. La sentenza definitiva che condannerà Messina Denaro potrebbe portare alla luce informazioni chiave sugli assetti della criminalità organizzata italiana, permettendo così una migliore comprensione dell’organizzazione criminale attuale. Inoltre, le condanne che verranno inflitte a Messina Denaro serviranno a far comprendere ai membri della criminalità organizzata che le azioni passate non rimarranno impunite.

Chi e’ Messina Denaro


L’arresto di Matteo Messina Denaro in una clinica oncologica è coerente con risultati investigativi, anche molto datati che lo indicavano affetto da serie patologie. Secondo quanto emerso dalle indagini, la presenza del boss superlatitante in Spagna risaliva addirittura al gennaio del 1994, quando si sottopose ad un intervento chirurgico alla retina presso una nota clinica oftalmica.

Inoltre, Messina Denaro avrebbe accusato anche un’insufficienza renale cronica, per la quale avrebbe dovuto ricorrere a dialisi; per non rischiare l’arresto durante gli spostamenti per le cure ed i trattamenti clinici, il boss aveva installato nel suo rifugio le apparecchiature necessarie a tale scopo.

A conferma della gravità della situazione e delle patologie accusate da Messina Denaro ci fu l’intervista rilasciata nel novembre scorso dal pentito Salvatore Baiardo, il quale affermò che il boss meditava di costituirsi proprio a causa delle sue condizioni di salute. Inoltre, le condizioni di salute di Matteo Messina Denaro potrebbero anche giustificare l’arresto in una clinica oncologica, dato che alcune patologie renali possono portare a complicazioni tumorali.

 

COME SI E’ ARRIVATI ALL’ARRESTO di Matteo Messina Denaro


Il Comandante dei Carabinieri Teo Luzi ha annunciato la cattura di Matteo Messina Denaro con grande soddisfazione, affermando che si tratta di un risultato straordinario. Messina Denaro era un personaggio di primissimo piano operativo e simbolico a causa del suo ruolo nell’attacco allo Stato attraverso le stragi.

La cattura è stata resa possibile grazie al metodo Dalla Chiesa, che si basa sulla raccolta di dati informativi raccolti dai diversi reparti dei carabinieri, dalle intercettazioni telefoniche, dalle banche dati dello Stato e delle regioni amministrative. Ciò ha richiesto un grande impegno da parte degli investigatori e un forte uso di risorse strumentali.

Luzi ha altresì sottolineato l’importante contributo fornito dalle altre forze di polizia, in particolare dalla polizia di Stato, per raggiungere il risultato. Tale cattura va a dimostrare che lo Stato ha la volontà e le risorse per combattere la criminalità organizzata e incoraggia a continuare in questa direzione.

 

LE FASI DELL’ARRESTO di Matteo Messina Denaro


 Gli agenti sono entrati nella struttura sanitaria dopo aver avuto la certezza che Messina Denaro fosse all’interno. Una volta raggiunto, il sospetto si è subito dichiarato e non ha opposto alcuna resistenza. Gli investigatori hanno ribadito di non aver visto tentativi di fuga da parte sua, ma hanno chiarito che sicuramente ha cercato di prendere delle precauzioni una volta vista l’entrata della forza dell’ordine. “Fino a ieri era certamente il capo della provincia di Trapani, da domani vedremo”, ha spiegato il procuratore aggiunto Paolo Guido sugli assetti dei vertici di Cosa nostra dopo l’arresto di Messina Denaro.

 

“Abbiamo catturato l’ultimo stragista responsabile delle stragi del 1992-93”, ha detto il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. “Siamo particolarmente orgogliosi del lavoro portato a termine questa mattina che conclude un lavoro lungo e delicatissimo. E’ un debito che la Repubblica aveva con le vittime della mafia che in parte abbiamo saldato”. “Catturare un latitante pericoloso senza ricorso alla violenza e senza manette è un segno importante per un paese democratico”. “Allo stato non abbiamo elementi per parlare di complicità del personale della clinica anche perchè i documenti che esibiva il latitante erano in apparenza regolari, ma le indagini sono comunque partite ora” ha aggiunto il procuratore.

 

L’aggiunto di Palermo, Paolo Guido, ha spiegato alla conferenza stampa che l’uomo catturato, all’apparenza, era in buona salute e di buon aspetto. Le sue condizioni economiche sembravano essere buone, poiché indossava capi di lusso di grande valore. Inoltre, aveva addosso un orologio molto particolare che valeva circa 30-35mila euro. Egli ha inoltre sottolineato che l’uomo riceverà la giusta assistenza medica come tutti i cittadini hanno diritto. Per garantire un’adeguata cura all’interno della prigione, l’aggiunto ha assicurato che l’uomo avrà accesso a un medico qualificato e a tutti i trattamenti necessari.

 

CHI E’ IL FIANCHEGGIATORE DEL BOSS


Giovanni Luppino è un agricoltore incensurato di Campobello di Mazara, un paese in prossimità di Castelvetrano. Da alcuni anni gestiva insieme ai suoi figli un centro per l’ammasso delle olive cultivar Nocellara del Belice nella periferia di Campobello, ricoprendo il ruolo di intermediario tra i produttori e i grossi acquirenti provenienti dalla Campania. Recentemente Luppino è stato arrestato in quanto sospettato di aver fornito un passaggio in macchina al superlatitante Matteo Messina Denaro fino a una clinica privata di Palermo. La sua posizione rimane tuttora incerta, in attesa di ulteriori informazioni.

Autore: Madalina Girmacea[:]